Certaldo

Certaldo, borgo medioevale della provincia di Firenze, rappresenta una delle località più visitate della Toscana. La sua popolazione è costituita da 15.792 abitanti, mentre la sua superficie misura e l’altitudine sono rispettivamente di 75,24 Kmq..

Gli abitanti del comune di Certaldo sono denominati Certaldesi ed è costituita dalle seguenti località o frazioni : II Pino, Le Case di Sciano, San Martino a Maiano, Santa Maria a Bagnano, Sciano, San Donnine Marcialla, Piano. Il Santo Patrono di Certaldo è San Tommaso e confina con i seguenti comuni: Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Gambassi Terme, Castelfiorentino. Montespertoli, San Gimignano. A Certaldo ci si arriva percorrendo la Strada Statale 429.

La parte di collina che, dai rilievi che fanno da spartiacque con la Val di Pesa e scorre giù timidamente in direzione del fondo-valle dell’Elsa, è piena di resti archeologici che testimoniano un costante afflusso di popolazioni a risalire dall’Età del Ferro. Molteplici ritrovamenti, che si sono verificati in luoghi comprese nel territorio di Certaldo, ed in particolare nelle località di, Canonica, Bassetto, Poggio alle Fate, San Gersole, hanno consentito di portare allo scoperto materiale sporadico riconducibile all’era etrusca e all’età dell’Impero Romano. Su un fianco della collina di marmo sulla quale nasce Certaldo, inoltre, un colle artificiale copre una tomba a camera ipogea risalente al V secolo avanti Cristo. Del resto, la sostanziale prevalenza di toponimi prediali di estrazione latina , sparsi in maniera omogenea in tutta l’area territoriale, riconduce alla più antica forma di stanziamento delle nostre campagne.

Nel Medioevo in epoca ecclesiastica, il territorio di Certaldo appare coperto da un’intesa rete di minuscoli agglomerati rurali capeggiati da due chiese plebane, eredi dei 2 più importanti insediamenti: San Lazzaro a Lucardo e San Gersole.

In base i “Decimari” del XIII-XIV secolo la Pieve di San Lazzaro a Lucardo era a capo di dodici chiese suffraganee, dove annesse ad ognuna di esse, insisteva un popolo, ovvero un villaggio oppure un castello. Citata fino dall’Alto Medioevo, la chiesa rappresenta una incantevole costruzione romanica all’interno della quale vi sono tre navate suddivise da sette valichi su normali pilastri a forma quadrangolare. Sono taluni di essi risultano in parte decorati con affreschi del 400′. Alla fine della chiesa sono posti tre absidi. Durante i lavori di restauro che hanno donato alla chiesa il suo profilo originale, all’altezza del presbiterio sono stati rinvenuti i resti di una minuscola cripta che, nella parete antistante l’abside, riporta un’incantevole motivo a tre nicchie, risalente a testimonianze della cultura architettonica monastica. Sul fianco della pieve si possono osservare varie costruzioni in parte coeve alla chiesa. In aggiunta all’imponente torre campanaria, ricostruita nel lato superiore, sono visibili i resti di un chiostro, formati da delle arcate su colonne con capitelli scolpiti in maniera non raffinata. La maestosità dell’edificio plebano di Certaldo da tutt’ora testimonianza della prosperità di quel gruppo religioso, come si assevera, tra l’altro, dalle tante e notevoli opere d’arte che si costudiscono nella e “omnes turres de Certaldo”. La promessa solenne non diede i propri effetti, poiché agli arbori del XIII secolo un diploma imperiale confermò il dominio dei conti Alberti sul castello: fu questa, nonostante ciò, una delle finali momenti di manifestazioni del potere feudale, che con la devastazione di Semifonte in Valdelsa cedette al comune fiorentino. Nell’anno 1312 Fogni venne sconfitto dai soldati di Arrigo VII: verosimilmente è riconducibile al medesimo anno l’abbandono del fortilizio. Di quest’ultimo, resta un’alta torre semidiruta, oltre ad alcune strutture murarie impiegate nelle costruzioni rurali nate dopo vicino al castello. Dopo l’avvenuta devastazione di Fogni la limitrofa Marcialla ne trovò vantaggio, che provvide a sviluppare l’originario abitato dislocato intorno alla piazza, dove veniva svolto un mercatale.

Aprile 4th, 2009 by