Per merito dei larghi arenili, al dolce ed elegante paesaggio naturale e al clima mite, la Versilia è divenuta una delle aree di territorio di villeggiatura più appetibili in Italia. Partendo da sud, ci si trova a Torre del Lago, località balneare resa nota da Giacomo Puccini che la identificò come sua dimora.
Torre del Lago, con i suoi incantevoli scenari paesaggistici ispirò non poco il grande musicista. Infatti fu proprio qui che Giacomo Puccini, compose la gran parte delle sue opere. Per gli estimatori di musica lirica è possibile visitare la sua elegante villa sul lago, nel cui interno è stato allestito un museo a lui dedicato. In memoria dell’intramontabile artista – compositore, nel corso dell’estate viene organizzata nell’incantevole scenario di un teatro all’aperto, situato alla riva del lago, la stagione lirica pucciniana. La città di maggiore interesse della Versilia è di sicuro Viareggio, famosa località balneare, ricca di palazzi di corrente Liberty che stanno a testimoniare il dinamismo con il quale la città di Viareggio ha vissuto il periodo della bella epoca. La città è caratterizzata da abitazioni di costruzione generalmente basse, (Viareggine, è il nome che identifica la medesima tipologia di casa concepite basse e ad un solo piano) con vie larghe e dritte, come la passeggiata lunga più di un chilometro lungo il molo del canale Burlamacco che porta al mare. Di notevole bellezza e ampi sono anche i due noti viali a mare, con raffinati negozi e pittoreschi locali dove trascorre in allegria le lunghe serate estive e dove si tiene la sfilata dei carri allegorici nel corso del noto carnevale di Viareggio.
A pochi chilometri dalla città di Lucca, nel vivo della verde campagna toscana, nascono storiche ville, la più rilevante manifestazione di ricchezza e sfarzo della classe mercantile lucchese. Villa Mansi, posta nelle vicinanze di Segromigno Monte, sulla strada che va in direzione di Pescia, è stata eretta nella seconda metà del 500.
Villa Mansi, oggi mette in evidenza l’aspetto preso dopo l’avvenuta trasformazione subita negli anni 1634 e 1635 ed è apprezzata per l’armonica raffinatezza della sua parte architettonica. La struttura che nasce all’interno di un meraviglio parco, è caratterizzato da una doppia corrente di stile, quello inglese con boschetti e cascate e quello italiano con aiuole geometriche. Restando ancora in zona, a Camigliano, è possibile ammirare villa Torrigiani, considerata in assoluto il miglior esempio di architettura barocca in Toscana. Villa Torrigiani è caratterizzata da un straordinario parco colmo di vegetazione, impreziosita da vasche, giochi d’acqua e statue di valore. Se si vuol ammirare l’ex Villa Reale, oggi di proprietà delle famiglie Pecci-Blunt, occorre mettersi in viaggio verso Marlia, posta nelle prossimità della statale dell’Abetone. L’ex Villa Reale, rappresenta davvero un maestoso complesso di tendenza neoclassica creata da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, nel periodo epocale nel quale regnava in Toscana. In direzione di Saltocchio si incontra, villa Cenami-Querci, dove per entrarvi occorre attraversare un raffinato viale alberato. Andando in direzione nord ci si addentra in San Pancrazio, dove sorge villa Grabau, caratterizzato dal suo meraviglioso giardino di siepi e la limonaia che dona fascino ed eleganza all’intero ambiente. Villa Grabau nasce architettonicamente con stile gotico, tuttavia, alla fine del 500 il medesimo stile cedette il posto, prima alla corrente architettonica rinascimentale e successivamente allo stile neoclassico che rappresenta l’ultima trasformazione, avvenuta nella prima metà dell’800. Infine, un nota di merito va anche alla bellissima villa Bernardini, distante due chilometri da Lucca, all’interno della quale sono contenuti arredi e oggettistica d’epoca, pezzi che risalgano al periodo temporale che va dal XVII al XIX secolo.
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La visita nella città di Lucca si estende in piazza S. Michele, l’antico Foro romano che rappresenta oggi l’anima del dinamico centro cittadino. La piazza ospita l’omonima chiesa, costruita in calcare bianco. Nella facciata della chiesa svetta una grande statua del santo che raffigura l’abbattimento di un drago da parte dello stesso santo.
A poca distanza dalla piazza, nella via di Poggio, si leva la casa natale di Giacomo Puccini, oggi diventato un museo. Da via Calderia si giunge in piazza San Salvatore e via Battisti, dove si possono ammirare importanti palazzi fra i quali il più importante è sicuramente il secentesco palazzo Pfanner caratterizzato dal bel giardino all’italiana accessibili al pubblico, che sfocia in piazza del Collegio. A poca distanza di metri sorge la maestosa chiesa di S. Frediano, dove all’interno della quale è custodito il corpo di Santa Zita, adorato dai lucchesi con immensa venerazione. In prossimità della Chiesa di San Frediano è possibile introdursi nella singolare piazza del Mercato, meglio nota come piazza Anfiteatro per la sua forma geometrica ovale, nella quale si può accedere da ben quattro vie. La sua caratteristica forma è dovuta dal fatto che il piazzale è stato ottenuto dall’antico anfiteatro di epoca romana del II secolo dopo Cristo.
Le case che si rivolgono sulla piazza in passato erano abitate dalle zite, ovvero le domestiche , la cui opera era richiesta quasi gridando nel centro della piazza. Attualmente la piazza rappresenta una delle zone residenziali più richieste. La piazza fiancheggia una delle vie più affascinanti di Lucca, Via Fillungo, che con i suoi negozi in voga ed affascinanti caffè, rappresenta il salotto della città di Lucca. Il più antico e noto è senza dubbio il “Caffè di Simo”, anticamente chiamato Caffè Caselli, praticato da famosi poeti, pittori e musicisti. Il caffè di Simo rientra tra i locali storici d’Italia, all’interno delle sue sale era frequenti gli incontri fra personaggi celebri come Pascoli, Puccini, Ungaretti e Soffici. E’ d’obbligo per chi visita la città di Lucca fare una passeggiata sulle mura. Esse sono lunghe 4 Km. e alte 12 m. . Sulla sommità delle mura arricchita da alberi di alto fusto adagiati lungo i ventilati viali è possibile godere del panorama paesaggistico che offre la città di Lucca. E’ consigliabile senza dubbio ai romantici di passaggio la veduta del tramonto sopra i bastioni, in cui le torri e i campanili della città si sbozzano contro il rosso scuro del ciclo allo scende della notte.
Il percorso itinerante può essere aperto con la visita alla cattedrale dedicata a San Martino, nella piazza fondata nell’anno 1060 che prende il nome del santo.
La cattedrale è caratterizzata da un’ elegante facciata di geometria non proprio simmetrica in marmo con un portico ricco di bassorilievi romanici.
Nella sacrestia interna alla chiesa, è custodita la tomba della bella Ilaria del Carretto che fu la seconda moglie di Paolo Guinigi, nobile di Lucca dall’anno 1400 al 1430, scomparse a soli 26 anni per complicazioni avvenute nel corso di un parto . Il coniuge, in memoria dell’amata moglie, ordinò Iacopo della Quercia di erigere il sarcofago per la sua tomba.
Ne venne fuori un vero capolavoro d’arte. Infatti la statua è un’opera di un’eccezionale bellezza che non riecheggia immagini di morte, come si potrebbe supporre, ma di un tranquillo e sereno riposo, con l’abito ornato che si adagia dolcemente sul corpo di Ilaria del Carretto con il cagnolino accucciato accanto ai suoi piedi che le fa da compagnia. All’interno del duomo è inoltre conservato il Volto Santo, un maestoso crocifisso di legno variegato risalente al VI secolo, che sembrerebbe arrivato in Italia dal Medioriente, come si rileva dai tratti somatici del Cristo.
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Assorta in un anello di alte mure fortificate, come nascosta in un prezioso astuccio, Lucca non rappresenta la classica città medievale dove il tempo sembra all’improvviso essersi arrestato. Le alte mura di Lucca, non hanno di certo creato condizioni ostative essendo infatti un luogo pulante di vita e di esercizi commerciali, come si percepisce immediatamente entrando nelle porte che mettono in contatto il centro urbano più recente e con la restante parte del mondo. Lucca così circondata tra le mura, può essere percorsa a piedi nello spazio di pochi minuti, tuttavia per visitarla appieno per raccogliere la sua vera assenza non può essere così breve. In ogni parte e in ogni angolo la città propone svariate sorprese. Vie strette e articolate che danno improvvisamente sulle piazze fatte a forma irregolare, chiese di immenso valore artistico a volta celate dalle case e da antichi e memorabili caffè dove in un passato remoto si recano famosi musicisti e poeti. E’ appena il caso di dire che la visita di Lucca deve essere organizzata con estrema tranquillità e attenzione, alla scoperta di impercettibili segreti e immense opere d’arte.
Lucca: tra storia e leggenda
Lucca non è sola una città ricca piena di testimonianze storiche, ma è anche ricca di singolari leggende che soltanto un esperto del posto potrà raccontare. Due sono le leggende che suscita curiosità particolare, e ambedue trattano l’argomento sacro. La prima leggenda è relativa alla patrona delle domestiche, Santa Zita. Si racconta che delle persone avessero conferito ai padroni di Zita il dubbio che la loro governante fossero dedita a rubare. Per tale motivo, la padrona le chiese un giorno di esibire il contenuto del grembiule che portava raccolto sul ventre. Fu in questo modo che, davanti ad alcuni sbalorditi presenti, non caddero a terra i resti della cena che Zita quotidianamente provvedeva a raccogliere per donarli ai poveri della città, ma mazzi di fiori di giunchiglia, che da allora sono diventati i fiori della santa. Da qui ogni anno il 25 aprile, giorno della festa patronale, viene programmata la mostra dei fiori dedicata a Santa Zita. La seconda leggenda ha come protagonisti i calzari che fanno parte degli ornamenti del Volto Santo, conservati nel Museo della cattedrale. I calzari costituiscono oggetti di elevata qualità e tradizione orafa, che vengono indossati al Volto Santo due volte l’anno, rispettivamente il tre maggio e il tredici settembre. La leggenda racconta che un vagabondo scalzo, in ginocchio davanti al Volto Santo, ebbe in dono da questi uno dei calzari che possedeva. I custodi del crocifisso, che accusarono l’uomo di furto, riposero il calzare accanto al piede del Volto Santo che, e si narra che Cristo per scagionare l’innocente, lo scagliò lontano da sé.