Carnevale rappresentazione reale delle feste. Per tutti le corone reali tutt’oggi al trono Re Carnevale è forse il più famoso, per quanto il suo regno si rimpicciolisca ogni anno di più e, in considerazione di alcuni si sia già spento.
Fin dagli arbori del nostro secolo si parlava della fine del Carnevale, tant’è vero nel 1920, uno studioso francese, pubblicò un saggio dal titolo: Carnevale è morto.
Anche altri famosi esperti di antropologia e di etnologia hanno parlato fatto riferimento al Re Carnevale così noto e così adorato. Certamente ha contribuito l’abbondanza di riduzione allo stato laico e di desacralizzazione del nostro tempo, di una società costruita su valori fondamentalmente materiali e consumistici, di una civiltà fondata sullo sbriciolamento e sulla suddivisione della vita sociale.
In mancanza di una comunità conforme e cosciente di sé non esistono Feste degne del nome di Carnevale ; esiste soltanto il divertimento individuale, il consumo passivo di quello che viene denominato tempo libero.
Ma la Festa e il Carnevale al di sopra di tutto, ha necessità di uno spirito comune, di una rappresentazione unitaria dell’esistenza.
Ma forse il Carnevale non è morto, forse è soltanto malato e potrebbe ancora una volta guarire e ritornare nuovamente su quel trono di Re delle festa, indirizzato, in altro modo, a rimanere sconsolatamente vuoto.
D’altra parte, se dovesse morire il Carnevale, morirebbe anche il reale spirito della Festa, morirebbe il significato gioioso del ritrovamento comune, l’appagamento (anche se circoscritto a poche settimane) delle necessità e degli istinti più naturali e intimi, il sogno della felicità terrena.
Al di là del fatto che il Carnevale non goda di buona salute è ovvio che rimanga la più famosa delle feste.
Nonostante ciò, come molte volte succede per le cose che tutti conoscono anche nell’ipotesi del Carnevale non esiste chiarezza sulla sua reale natura.
E d’altronde non può essere in questo modo poiché il Carnevale rappresenta un aspetto della nostra civiltà così articolato e antico che non è possibile definirlo in maniera semplicistica.
Lo sbaglio più ricorrente è di volerlo interpretare in modo unilaterale, con formule singole che dovrebbero scagionare tutti gli aspetti del Carnevale.
Ma il Carnevale è una manifestazione variegata perché la sua storia è plurisecolare.
E’ paragonabile ad alcuni reperti geologici in cui i depositi del terreno si aggiungono gli uni agli altri nel corso dei secoli senza dissolvere i precedenti.
Ciò che sembra alla fine è una sola forma, un grande gruppo montuoso, che è data dal sunto di tante piccole o enormi parti di materia.
Ecco dunque che il Carnevale come noi sappiamo non è altro che il luogo di arrivo di una storia plurimillenaria.
Nella sua fattezza di oggi noi possiamo leggere i resti di quello che il Carnevale è stato: culto magico, cerimonia religiosa pagana, festa provocatoria, rito laico.
Proprio poiché il Carnevale getta in cattivo stato di salute e rischia di andare nel Museo delle cose del passato, occorre che sia fondamentale recuperare la memoria del suo trascorso, delle sue origini, delle sue funzioni e accertare se, nell’epoca consumistica che stiamo vivendo, esiste ancora un ritaglio per quello che il Carnevale è stato.
Ecco quindi che questo corto viaggio all’indietro nella storia del Carnevale ci può permettere di conoscerne nel modo migliore la personalità, una personalità articolata, piena di sfumature e, a volte, anche di contrasti.
Quali sono i territori da dover visitare in questo viaggio per ritrovare la Memoria di Re Carnevale ?
Niente di che le testimonianze che ci sono state trasmesse e gli studi che gli esperti ne hanno dato, in particolare in questo secolo, un secolo che è stato testimone della notevole crescita di quelle scienze che studiano l’uomo, le sue scienze e i prodotti delle varie civiltà.
In precedenza si accennava prima che tutti sanno che cosa rappresenta il Carnevale.
Tuttavia se si va ad esaminare le principali interpretazioni che del Carnevale sono state date da antropologi, etnologi, folkloristi, ci accorgeremo che vi sono delle discordanze anche importanti.