Offerte last minute Maremma 2009 per scoprire gli itinerari del territorio maremmano a prezzi super convenienti, in uno dei più suggestivi itinerari della Toscana.
Si tratta di pacchetti di offerte vacanze in Maremma che garantiscono la possibilità di soggiornare in hotel a 4 stelle, agriturismo, bed and breakfast, e pensioni sfruttando le meravigliose offerte last minute in Maremma.
I pacchetti vacanze in Maremma non sono rivolti soltanto alle consuete vacanze estive, ma riguardano anche gli altri periodi dell’anno connessi alle festività tradizionali.
In particolare le offerte vacanze in Maremma, si suddividono a loro volta in pacchetti vacanze come le offerte last minute Maremma 8 dicembre 2009 festa dell’immacolata, offerte last minute ponte del primo novembre 2009 in Maremma, offerte last minute festa di Halloween 2009 in Maremma e le fantastiche promozioni: offerte last minute natale 2009 in Maremma e le offerte last minute capodanno 2009/2010 in Maremma con cenone di San Silvestro. La favolosa Maremma rappresenta un paesaggio turistico naturale tutto da scoprire. Per rendersi conto della bellezza unica di questa terra basta percorrere la tradizionale e incantevole via Maremma. Transitando lungo l’Aurelia, in direzione di Albinia e Orbetello, potrete ancora vedere le mandre brade all’Alberese, con gli ultimi butteri. Poi ecco i Monti dell’Uccellina che s’incurvano, selvosi e deserti, fra la costa grossetana e l’Aurelia. Sono punteggiati di ruderi : qua i resti di un convento benedettino, là il barbacane di un fortilizio. E ogni rudere, ogni torre ha la sua storia. Superata la Fattoria di Collecchio, i Monti dell’Uccellina corrono lesti verso Talamone, le cui case fanno capolino dietro le ultime pendici. Laggiù, all’orizzonte, la laguna di Orbetello, il Monte Argentario. Si arriva allo scalo ferroviario di Albinia: la moderna borgata è sorta come per incanto in questi ultimi tempi. Fino a qualche anno fa non esistevano qui che vecchie case di contadini. Ora, poco distante dalla ferrovia, è in costruzione una grande chiesa; presso la stazione di servizio dei distributori di benzina si sta ultimando un albergherò con undici camere e ristorante. Albinia ha preso tanto sviluppo per lo stacco, che ivi avviene, della Statale “Maremmana” dall’Aurelia. La “Maremmana” parte da Albinia e con un percorso di 92 chilometri va ad attraversare tre regioni : la Maremma toscana, un lembo del Lazio e dell’Umbria, fino a sboccare, sugli altipiani dei Monti Volsini, nella Statale N. 71, Umbro-Casentinese, che da Montefiascone sale a Orvieto. La “Maremmana” è davvero una bella strada: ricca di panorami, interessante per talune vecchie fattorie che vi si affacciano, per la zona etrusca che attraversa, per i paesi che tocca, per la gente che la percorre. Taglia la pianura della Marsiliana, sulla quale il viaggiatore romantico vede ancora al di qua e al di là della strada, i recinti dei butteri entro cui pascolano le pigre mandre di bovini, ma soprattutto case, poderi e impianti agricoli. È tuttavia una confortevole vista: si notano pure i fontanili dell’acquedotto del Fiora, colossale opera che darà acqua a tutta la Maremma. Si raggiunge, al km 3,7, il bivio Barca per il Monte Amiata, più avanti è la “Dispensa” (rivendita di generi diversi) della tenuta Polverosa. Procedendo verso la Marsiliana, al km 8, a destra, si scorge, fra due colline, un paesotto sul cocuzzolo di un monte. È Capalbio. Questo paese verrà presto collegato alla “74”, proprio in questo punto, da una strada lunga una decina di chilometri. La necessità di creare questo collegamento è data soprattutto dall’importanza che Capalbio è andato assumendo in questi ultimi tempi. Il paese è divenuto un centro venatorio, nel quale ha sede la direzione della “Riserva Turistica di Caccia della Maremma Toscana”. Per ora ci si va seguendo l’Aurelia fin sotto Orbetello, poi percorrendo una carrozzabile, comoda e asfaltata, lunga sei chilometri. Chiuso fra le antiche mura di una duecentesca fortezza della Repubblica Senese, il paese è dominato da un castello, un tempo residenza dei Collacchioni, e ai giorni nostri adibito a direzione della Riserva, alloggio per il personale di servizio, magazzini, eccetera (nella Riserva si producono 13 mila quintali di legna ogni anno). La popolazione maschile è costituita essenzialmente da cacciatori, bracchieri, battitori, tracciatori, guardie venatorie. Su 3500 abitanti, Capalbio conta per lo meno cinquecento fucili. Il paese di Capalbio dispone di strutture alberghiere costituite da hotel a 4 stelle, bed and breakfast, agriturismi che mettono a disposizione per i periodo delle vacanze estive e per le festività tradizionali: ponte del 1 novembre, festa di Hallowen, ponte primo maggio, festa dell’immacolata 8 dicembre, ponte del 25 aprile, i vantaggiosi pacchetti vacanze a Capalbio, oppure le convenientissime offerte last minute vacanze a Capalbio, le offerte last minute natale 2009 a Capalbio, oppure le offerte last minute capodanno a Capalbio 2009/2010 con cenone di San Silvestro.
Per non parlare delle offerte last minute Capalbio riservate ai cacciatori. Non a caso la Maremma, è tradizionalmente nota come zona ideale per le battute di caccia al cinghiale. Andare a caccia in Maremma ha rappresentato da sempre il sogno di tutti i cacciatori. La “Riserva Turistica di Caccia della Maremma Toscana”, si estende su un territorio di 7500 ettari che comprende anche l’agro di Manciano e Orbetello e il laghetto di San Floriano per la caccia agli acquatici e la pesca. Ha per così dire una funzione nazionale nel campo dello sport venatario : unica in Italia, accoglie cacciatori di ogni regione. L’organizzazione si deve all’Ente Provinciale per il Turismo di Grosseto, in collaborazione con altri Enti turistici della Toscana. In questa Riserva si possono cacciare cinghiali (presto anche i caprioli), fagiani, lepri, e tutta la selvaggina migratoria. Ma la caccia più frequente è quella al cinghiale. Un rito che in Maremma si ripete da quando esistono i cinghiali e gli uomini che li ammazzano. Un tempo queste scene si svolgevano fra i farmers maremmani che si davano convegno, con le loro donne, per le braccate nelle più grandi tenute: alla Sacra, all’Alberese, alla Polverosa, alla Marsiliana. La Marsiliana è come un’isola nella grande pianura grossetana; un’isola formata da una collina a pan di zucchero che domina queste terre fino alle foci dell’Albegna. Chi vi approda non se ne torna via prima di essersi seduto alla sua tavola. La mensa della Marsiliana è ormai famosa in tutta la Maremma toscana. Ogni giorno conta nuovi ospiti. Superata la fattoria della Marsiliana, la “Maremmana” sale per colline tutte boschi e coltivi sino a Manciano, grosso paese che con il contado fa dieci mila abitanti. Poi la strada corre su un altopiano, e Pitigliano si rivela all’occhio del viaggiatore soltanto dopo aver superato la svolta del Santuario di Santa Maria delle Grazie, che si trova a nemmeno un miglio dall’abitato. Pitigliano è tutto disteso su un enorme sperone di tufo fra le strette vallate del Melerà e del Prochio, torrenti che si congiungono poi nel Lente, tributario del Fiora. Lo spettacolo di Pitigliano, raccolto sui dirupi all’ombra del massiccio castello Orsini e fiancheggiato dalle svelte e altissime arcate di un antico acquedotto mediceo, è sorprendente. Le case sono tutte forate di vólti e di portici, così come le colline circostanti, bucherellate dalle grotte che servono come stalle e cantine. Fu definita, Pitigliano, la “piccola Gerusalemme d’Italia” non tanto per le sue apparenze di mistica città, quanto per aver ospitato nelle epoche scorse una cospicua comunità ebraica. Esistono ancora nel quartiere più popolare, Capodisotto, il ghetto e la sinagoga, nascosta fra il dedalo dei “bacucchi”, vicoli strettissimi che vanno ad affacciarsi sui burroni. Pitigliano fu paese di confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio (tuttora vi si intrecciano gli accenti toscano e romano) : gli ebrei, cacciati da Castro, nel Lazio, non so esattamente quando, si rifugiarono qui e vi trovarono ospitalità e anche lavoro, essendo allora il paese un centro di traffici. Il sottosuolo di Pitigliano è “vuoto”, quindi l’abitato è continuamente esposto al pencolo delle frane. Feudo degli Aldobrandeschi, poi degli Orsini e quindi dei Medici, in periodo più recente il castello, attualmente in parte occupato dalla sede arcivescovile, passò ai marchesi Ciacci, una famiglia di vecchi pionieri maremmani, che sono considerati anche oggi i benefattori di queste popolazioni rurali, per aver fatto loro donazione di terre.